Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri

Quarta edizione

Daniela BonanzingaLibreria Bonanzinga, Messina

 
"Vi ringrazio, vi ringrazio tutti, specialmente la famiglia Mauri, alla quale mi sento profondamente legata. Quando 27 anni fa, proprio in questa stessa sala, ho partecipato come allieva al primo Seminario della Scuola Umberto e Elisabetta Mauri, ero molto emozionata... ero la più giovane, ero stata ammessa a questo corso e mi sentivo molto onorata. Da quel momento ho fatto un cammino molto lungo, per riprendere i toni di questi due giorni, un lungo lavoro.
 
Ecco, credo che – alla fine – la libreria indipendente che evidentemente vive un po' le difficoltà di tutti... certamente nel Meridione, visto che si parla sempre più di due italie, si parla sempre di più di redistribuzione degli indici di lettura, della ricchezza... fare i librai a Messina è più eroico che farlo a Milano, evidentemente. Anche se io – come erede di una libreria di famiglia – ho cercato una strada che potesse essere il futuro di questa libreria, che è nata nel 1969 grazie ai miei genitori e in questi anni si è completamente trasformata.
 
Il lavoro cui accennava Stefano è un lavoro importante. La mia è una libreria di varia, generalista che non ha mai fatto scolastica, e la libreria è diventata un polo di concentrazione, di consulenza culturale per il mondo della scuola. L'unica cosa che io credo è che tutte le persone che si occupano di libri in Italia, oggi, dovrebbero dedicarvisi con più intensità.
 
Perché comunque la scuola bella o brutta che sia, intraprendente, tradizionale... continua ad essere il punto di appartenenza più importante per i lettori del domani, e tutto il mondo della docenza è l'unico preposto alla formazione dei lettori. Quindi, quello che vorrei dire a tutti i miei colleghi, sia quelli delle librerie indipendenti che a quelli delle librerie di catena è di dedicarsi con più spirito di servizio al mondo della scuola, anche perché – se si sente che c'è una creatura debole –bisogna cercare di supportarla. E siccome c'è tutto da sviluppare, auguro a tutti – in questa direzione – un buon lavoro, perché non credo che un Paese che non pensa ai ragazzi possa fare investimenti in nessun settore: figuriamoci in quello della cultura! Spingo tutti a occuparsi con più serietà e con meno snobismo al mondo della scuola, perché è l'unico che abbia supportato in tutti questi anni, profondamente, la mia attività, e nonostante da anni mi sforzi di cercare altre cose interessanti, quando vedo questo ricambio di alunni, di docenti... questa crisi profonda che la scuola sta attraversando assieme al resto della società, non vedo dove potrei indirizzare meglio le mie energie. Grazie".

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